Come nasce un prodotto? La storia di candinorm ovuli – parte 2

Abbiamo visto come da un’intuizione nutrita dell’entusiasmo di un team scientifico possa nascere la possibilità di dare vita a un prodotto nuovo, pensato su misura per risolvere un disturbo prettamente femminile: la candida.

A ogni intuizione, però, devono necessariamente seguire dei dati. Emozione e ricerca, nel nostro lavoro, vanno di pari passo.

 L’attività antimicrobica in vitro degli ovuli con Olio essenziale di Melaleuca alternifolia verso Candida spp. e microbiota vaginale è il titolo dello studio scientifico, pubblicato dalla rivista internazionale Phytotherapy Research, effettuato su Candinorm Ovuli presso l’Istituto Superiore di Sanità e l’Ospedale San Filippo Neri di Roma.

Si tratta di un passaggio fondamentale della storia di Candinorm Ovuli, ed è grazie a questa ricerca che la sua credibilità scientifica ne è risultata potenziata.

 

IL TEAM SCIENTIFICO

Questa parte importante della storia è stata scritta da professioniste appassionate:

  • Dott.ssa Maura Di Vito: la protagonista principale, laureata in Biologia a indirizzo fisiopatologico, specializzata in patologia clinica con dottorato in patologia umana, attualmente svolge attività di ricerca in qualità di borsista pagata da ente esterno presso il dip. di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate dell’Istituto Superiore di Sanità;
  • Dott.ssa Francesca Mondello: ricercatrice presso lo stesso dipartimento e referente dello studio per l’ISS, nonchè esperta e redattrice di diverse pubblicazioni sugli oli essenziali consultate da Heide (ricordate? Ne abbiamo parlato nella prima parte);
  • Dott.ssa Paola Mattarelli: ricercatrice presso la facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, esperta nello studio del microbiota;

È stata Maura Di Vito, giovane ricercatrice caparbia, a dare inizio a tutto ed è la voce che con Heide ci accompagnerà nella storia.

 

COME NASCE LO STUDIO SCIENTIFICO SU CANDINORM OVULI?

Ce lo racconta Maura: «Dopo gli studi in biologia e patologia ho frequentato la triennale di Fitoterapia e Piante Officinali presso l’Università di Viterbo, e poi ho iniziato a interessarmi alla ricerca studiando l’azione di alcune sostanze naturali in campo oncologico. Quando sono approdata all’Istituto Superiore di Sanità di Roma ho cercato di riutilizzare questo background applicandolo all’ambito delle patologie infettive. Nel 2013, a Viterbo, avevo ascoltato una lezione tenuta da Heide e la composizione di Candinorm Ovuli da lei descritta mi aveva colpito; ho così scritto un progetto di ricerca sull’applicazione di questi ovuli in donne in gravidanza con Candida; in casi del genere, infatti, per il feto i trattamenti antifungini classici possono essere tossici, e la stessa infezione da Candida può indurre un parto pre-termine. L’ho poi inviato a Gilead, multinazionale statunitense che ogni anno apre bandi di ricerca per i giovani: con mia soddisfazione la proposta è piaciuta. Contemporaneamente, ho contattato Heide e le ho proposto di partecipare alla realizzazione dello studio: mi ha dichiarato l’interesse di Pegaso per il progetto di ricerca e mi ha assicurato la fornitura degli ovuli necessari; così nel 2014 il progetto è partito. Nel mio ruolo di ricercatrice principale ho coordinato i ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, quelli dell’Università di Bologna e i medici dell’Ospedale San Filippo Neri».

 

L’ONESTÀ: IL PRESUPPOSTO PER UNO STUDIO SCIENTIFICO VALIDO

L’incontro tra Pegaso e Maura è un esempio virtuoso di collaborazione tra azienda e giovani ricercatori. Maura, infatti, con Heide ha voluto essere subito chiara.

Maura: «La prima volta che ho sentito Heide per telefono le ho detto che noi avremmo pubblicato qualsiasi genere di risultato, sia negativo sia positivo. E lei mi ha risposto così: “Maura, è nostro interesse migliorare i prodotti. Pertanto, se avremo risultati positivi ben venga, altrimenti faremo tesoro dei risultati negativi per migliorare Candinorm Ovuli”. Una risposta importante, perché produzione e ricerca sposano lo stesso fine.

Heide: «È stata una bella sorpresa trovarsi davanti uno scambio trasparente. Non sapevamo cosa sarebbe successo, e con onestà abbiamo fatto un salto nel buio. In compenso, abbiamo avuto la possibilità di lavorare con ricercatori appassionati, che non fanno qualsiasi cosa venga chiesta solo per un ritorno economico».

Dove, dunque, lo studio poteva andare a confutare la validità di Candinorm Ovuli?

Quali erano i suoi punti delicati e i dubbi da chiarire?

 

ALLA RICERCA DI POSSIBILI CONTROINDICAZIONI

Maura ha individuato la prima zona d’ombra su cui fare chiarezza nell’effetto che gli ingredienti di Candinorm Ovuli avrebbero potuto avere sul micorbiota vaginale (i batteri buoni) che assieme ai patogeni (i microbi, funghi e batteri) popolano la vagina. Infatti, all’interno dell’ambiente vaginale infettato, l’intento di Candinorm Ovuli non è quello di distruggere tutto, bensì solo il patogeno e tenere in vita la microflora che difende dall’infezione.

Maura: «La Candida colonizza il canale vaginale, dove c’è anche una flora benefica. Quindi andare a studiare cosa faceva Candinorm Ovuli sulla Candida senza però controllare l’azione che poteva avere sul probiotico non era un percorso corretto. Uccidere sia Candida sia probiotici sarebbe stato come uccidere una cellula malata e anche una sana. E in un buon disegno sperimentale bisogna andare a calcolare sia l’uno che l’altro».

Maura ha voluto affidare questa parte dello studio alla ricercatrice Paola Mattarelli, della facoltà di Agraria dell’Università di Bologna. Le due scienziate avevano già collaborato nella SIROE, la ‘Società Italiana per la Ricerca sugli Oli Essenziali’.

Maura: «A Bologna hanno una notevole expertise di studio sui probiotici, e in questo campo li considero partner specializzati. A me serviva esattamente un gruppo che su tali argomenti fosse ferrato. Noi ricercatori dovremmo essere sempre desiderosi di collaborazioni».

Il risultato di questo “studio nello studio” premia l’intuizione che Heide aveva avuto nell’insistere a voler usare anche l’olio di Melaleuca alternifolia. Si è visto infatti che quest’olio, a basse concentrazioni, è molto più potente contro i patogeni, lasciando pressoché inalterato il microbiota, che di conseguenza ha la meglio.

Heide: «Gli elementi bibliografici ce lo avevano anticipato, ma con lo studio il dato è stato confermato».

 

Altra domanda a cui Maura sta cercando di dare una risposta, proseguendo il primo studio in vitro con un secondo studio preliminare in vivo su volontarie, riguarda l’azione di un’eventuale terapia per bocca contemporanea a quella degli ovuli vaginali. Cosa succede se contemporaneamente una paziente assume per bocca Candinorm Integratore? I probiotici usati nella formulazione arrivano in vagina o vengono distrutti dall’ovulo?

 

Maura: «A conclusione di questo argomento vorrei sottolineare che questi lavori sono stati svolti in gruppi separati: io e Francesca ci siamo occupate dell’effetto che Candinorm Ovuli ha sui patogeni, e insieme all’Ospedale San Filippo Neri ci stiamo impegnando a valutarne i risultati su pazienti volontarie; Paola, con il gruppo di Bologna, ha invece studiato l’effetto che esso ha sui probiotici. Gli esiti, quindi, non necessariamente debbono andare in una stessa direzione. I risultati condotti su un piccolo gruppo di volontarie mostrano, durante la terapia, un aumento della flora vaginale. Questo studio, anche se aveva bisogno di conferme su numeri più grandi, ha dimostrato come i due trattamenti siano compatibili. Questo è stato un incentivo, sia per i ricercatori sia per l’azienda, ad andare avanti negli studi».

 

BORSA DI STUDIO E PUBBLICAZIONE

Lo studio si stava rivelando davvero di grande livello e la direzione Pegaso non è rimasta indifferente; per riconoscere questa sinergia Paola e Cristina Tosi hanno voluto istituire per l’anno 2015 una borsa di studio.

Heide: «Già nel 2014 c’era nell’aria qualcosa: a me piaceva l’idea, anche perché ne avevamo già assegnate diverse. Visto che con questo prestigioso gruppo stavamo lavorando così bene, e tutto ciò stava dando slancio positivo all’area scientifica, si è concretizzata l’idea di un’altra borsa di studio. Perché non assegnarla a Maura Di Vito dunque? La festa del 25° anno d’attività di Pegaso, celebrata il 25 maggio 2015, è stata l’occasione per ufficializzarla e consegnarla».

La borsa di studio è stata intitolata a Giuliana Ginetti, in ricordo della mamma di Paola e Cristina, mancata qualche anno fa e figura fondamentale nella crescita di Pegaso.

Per far sì che lo studio fosse ancor meglio conosciuto, Heide e Maura hanno cercato la meritata visibilità sulle riviste di settore.

 

Heide: «Abbiamo proposto il lavoro ad alcune testate e Phytoteraphy Research, una rivista internazionale rilevante dal punto di vista scientifico, lo ha accettato e pubblicato nell’agosto del 2015.

La soddisfazione è stata grande, perché significava il superamento di un punto di svolta: per un prodotto naturale, avere posto su una rivista internazionale è di valore assoluto, sul mercato lo distingue dai prodotti similari».

 

UNA STRADA COSTELLATA DI NUOVI OBIETTIVI

Una storia che sia vera in ogni sua parte non si conclude mai con un punto definitivo: continua ed evolve. Heide, Maura e tutto il gruppo di ricerca, dopo la pubblicazione dello studio, stanno già pensando a come sviluppare ulteriormente la ricerca su Candinorm Ovuli.

Heide: «Il prossimo obbiettivo, doveva essere la realizzazione di uno studio clinico su pazienti donne che stanno utilizzando Candinorm Ovuli e Candinorm Integratore. È il prosieguo naturale. Ma non è l’unica strada che vogliamo intraprendere: infatti, durante la ricerca si è visto non solo che il prodotto abbassa la carica patogena, ma anche che ha un effetto immunitario. Dunque il secondo obbiettivo doveva essere  lo studio di questa importante caratteristica: era necessario capire se l’uso di un probiotico, oltre a concorrere per la lotta all’agente patogeno, fosse anche in grado di aiutare le cellule immunitarie a combatterlo».

 

PERCHÉ È IMPORTANTE RACCONTARE QUESTA STORIA?

È Maura a rispondere: «Quando un giovane ricercatore raggiunge con tanta fatica traguardi fuori dall’ambiente universitario, bisogna farlo sapere. Mi riferisco soprattutto alla classe dei giovani ricercatori come me (e siamo tanti), che non hanno un posto fisso, che incontrano molte difficoltà sul loro cammino e che si mettono in discussione proprio a iniziare dalla scrittura del progetto. L’università, nella maggior parte dei casi, quando si è giovani e freschi di studi non fa misurare con la progettazione, e quando ci si ritrova inevitabilmente catapultati in questo contesto è spontanea la domanda: “come faccio?”. Quindi scriverlo e raccontarlo serve anche a dare fiducia ai miei colleghi, per far loro capire che questa faticaccia vale qualcosa. Inoltre oggi si sta pian piano aprendo, e si deve aprire, un’altra era: quella delle industrie che investono con fiducia nella ricerca e nei giovani. Raccontare che piccole e medie realtà hanno fatto investimenti in questo senso serve affinché anche altre provino».

E Heide cosa pensa dell’investimento nella ricerca fatto da Pegaso?

Heide: «Se voglio essere all’altezza di essere ascoltata devo parlare un linguaggio corretto e rigoroso. E dunque, mi serve questo tipo di supporto, di bravura e di impegno, competenza che io non ho, ma il ricercatore sì».

Maura: «In Pegaso ho trovato una splendida realtà aziendale, anche per questo mi piacerebbe che questa storia venisse raccontata. Durante la sperimentazione è stato importante poter parlare liberamente dei problemi e trovare soluzioni insieme. Lavorare qui è stato come sentirsi in famiglia, e non posso non ringraziare Pegaso».

 

L’unione fa la forza, e non è solo un modo di dire…