Avete presente i tubetti in plastica con le palline bianche rotonde “dolci” che vengono assunte facendole sciogliere sotto la lingua? Ecco, quelle palline si chiamano “granuli” e sono una delle principali forme farmaceutiche usate nei medicinali omeopatici. L’omeopatia è una metodologia terapeutica molto discussa tra chi sceglie e chi non sceglie la possibilità di curarsi con “l’acqua fresca”. Perché acqua fresca? Perché l’omeopatia non utilizza solamente il principio attivo in dosaggio misurabile, come accade per i farmaci, ma anche sostanze in microdosi non rilevabili dai normali strumenti di misurazione, in cui rimane il messaggio energetico del principio attivo di partenza. Però funziona!
Un po’ di storia…
L’omeopatia (dal greco òmois – “simile” e pàtos – “malattia”) si sviluppa alla fine del XVIII secolo grazie al dott. Friedrich Christian Samuel Hahnemann e trova il suo postulato nell’aforisma “similia similibus curentur” cioè “il simile cura il simile” e sta ad indicare come sostanze identiche dal punto di vista chimico possano avere effetti terapeutici o patologici. In altre parole, l’utilizzo di una sostanza a bassissimo dosaggio è in grado di curare gli effetti patologici creati dalla medesima sostanza ad alto dosaggio.
Facciamo un esempio: se assumiamo notevoli quantità di chinino fino a raggiungere un livello quasi tossico, manifesteremo una serie di sintomi e segni anche molto gravi che lo stesso chinino assunto a dosi omeopatiche, cioè diluito e dinamizzato, è in grado di curare.
Cosa vuol dire “diluito”?
I rimedi omeopatici sono preparati da sostanze del mondo minerale, vegetale o animale, per successive diluizioni dal materiale di base. I passaggi di diluizioni maggiormente in uso sono:
- di 10 (la sostanza di base è diluita di 10 volte ad ogni passaggio),
- di 100 (la sostanza di base è diluita di 100 volte ad ogni passaggio),
- di 50.000 (la sostanza di base è diluita di 50.000 volte ad ogni passaggio)
Le prime si chiamano “decimali” e si indicano con la lettera D maiuscola seguita da una cifra che indica il numero di passaggi di diluizione effettuati: es. D4 indica che sono stati effettuati 4 passaggi di 10 in 10 e che la sostanza di base è stata perciò diluita di 10.000 volte.
Le seconde, chiamate “centesimali”, si indicano con la lettera C maiuscola (e di solito, per un”abitudine consolidata, da una H che sta per “hahnemanniana”) seguita dal numero di passaggi di diluizione: es. 4CH indica 4 passaggi di 100 in 100 quindi la sostanza di base è diluita di cento milioni di volte.
Le terze vengono definite “cinquantamillesimali” e Hahnemann le definì le più efficaci e sicure. Si indicano alla latina con le lettere LM, seguite come al solito dal numero di passaggi effettuati (LM6, LM12 ecc.). Non si diffusero tanto come le decimali e le centesimali perché la tecnica di preparazione è più lunga e complessa rispetto alle altre.
Cosa vuol dire “dinamizzato”?
Dinamizzazione significa “potenziamento”: Hahnemann, che si occupava direttamente della preparazione dei rimedi, aveva provato a diluire la sostanza di base con lo scopo di attenuarne gli effetti tossici, mantenendo il più possibile le qualità terapeutiche, e si rese conto successivamente che ad ogni passaggio di diluizione, scuotendo con energia il preparato in senso verticale, le qualità terapeutiche aumentavano con l”aumentare della diluizione.
Lo scopo dell’omeopatia è rendere sano il malato
- agendo sulla forza vitale, cioè la capacità dinamica di autoregolazione di cui sono datati tutti gli esseri viventi
- ripristinando l’equilibrio dinamico specifico della persona.
Per la scelta del tipo di rimedio da utilizzare è necessario rivolgersi a un medico: da un punto di vista normativo, i rimedi omeopatici sono considerati farmaci e vanno quindi prescritti a fronte di una completa anamnesi. È questo il motivo per cui essi non hanno indicazioni e foglietti illustrativi: ogni rimedio può curare diverse problematiche che sono specifiche e che la persona manifesta, e questo aspetto ne determina l’efficacia. I risultati clinici infatti avvengono in modo evidente e percepibile se il rimedio è stato individuato in modo corretto.
Queste e molte altre informazioni sull’omeopatia e sulla medicina biologica, sono ben espresse nel volume “La medicina delle cause” del Dr. Riccardo Forlani, Ed. Akros: 400 pagine che si rivolgono a chiunque voglia approfondire le tematiche della medicina naturale e riappropriarsi della propria salute.