Pianto Continuo e Inconsolabile del Neonato? Allerta Coliche

Le coliche sono un problema tipico della fase neonatale e interessano fino al 40% dei neonati tra il primo e il quarto mese di vita.

 

Coliche Gassose: Cause e Rimedi

Le cause delle coliche, capaci di provocare lunghi e inconsolabili pianti nel bambino – e anche vive preoccupazioni, nonché frustrazione, nei genitori – sono ancora poco chiare, ma probabilmente dipendono dall’incompleto sviluppo dell’apparato digerente o da intolleranze a uno o più componenti del latte materno.

Per riconoscere il disturbo della colica gassosa, si può ricorrere della celebre “Regola del 3“, proposta negli anni Cinquanta dal pediatra americano Morris Wessel: un pianto causato da colica dura almeno tre ore al giorno, per tre giorni a settimana, per almeno tre settimane. Queste sono le linee guida per riconoscere facilmente questo disturbo, ma ci sono altri segnali utili, come le gambe che si flettono verso l’addome o lo stesso addome timpanico (cioè gonfio e pieno d’aria) che possono aiutane nella diagnosi. In ogni caso il pediatra è in grado di valutare con certezza in caso di dubbi.

Le coliche, seppur molto fastidiose, sono passeggere e, a meno di altri sintomi in associazione – tra cui febbre, scarso aumento del peso, difficoltà a respirare, vomito – non sono pericolose per la salute del bambino, e di solito regrediscono spontaneamente intorno al sesto mese di vita.

Per quanto riguarda l’eventuale terapia, esistono alcuni rimedi naturali che possono aiutare a ridurre la problematica.

 

Coliche Gassose e Lattobacilli

Dato che la colica gassosa deriva da una esasperata produzione di gas intestinale, un approccio causale consiste nel ridurre o controllare le fermentazioni anomale al livello dell’intestino del neonato. Alcuni ceppi probiotici appartenenti al gruppo dei lattobacilli potrebbero aiutare a questo scopo.

In particolare, Lactobacillus reuteri risulta uno dei probiotici più utilizzati in caso di coliche gassose. In diversi studi scientifici è stato infatti dimostrato che la somministrazione di questo lattobacillo riduce in modo significativo il tempo di pianto nei neonati affetti da coliche.

Ma anche Lactobacillus acidophilus può risultare utile in questa problematica. È stato infatti dimostrato che una delle possibili cause della produzione di gas nell’intestino dei neonati sia dovuta ad uno squilibrio della flora batterica, a vantaggio della proliferazione di Escherichia coli, uno dei microrganismi patogeni responsabile della fermentazione intestinale e della conseguente produzione anomala di gas. La somministrazione di L. acidophilus può risultare utile nel controllo delle condizioni del microbiota intestinale, poiché questo lattobacillo nel suo metabolismo produce acido lattico, che rende acido l’ambiente intestinale. In questo modo a livello enterico si crea un ambiente sfavorevole alla proliferazione di microrganismi patogeni come, appunto, Escherichia coli.

 

Camomilla e Coccole

La camomilla ad esempio, ben nota dalla tradizione erboristica per il suo effetto sedativo, può essere sorprendentemente utile anche in caso di coliche gassose. Infatti, l’estratto di camomilla, oltre a facilitare l’eliminazione dei gas intestinali, esercita anche una azione spasmolitica. Alcuni dati scientifici hanno dimostrato infatti che è in grado di rilassare la muscolatura addominale, il cui spasmo è causa di dolore per il bambino. Pertanto, in pratica, l’azione della camomilla si esplicherebbe a livello intestinale con la riduzione del dolore che porta il neonato al pianto, grazie, appunto alla sua azione sullo spasmo addominale.

Naturalmente, insieme ai rimedi naturali, esistono anche alcune indicazioni generali per la gestione della problematica, come tenere il bambino in braccio, dondolandolo o cercando la posizione in grado di attenuare il fastidio, diffondere musica rilassante nella cameretta, tentare di fargli usare il ciuccio e, in caso di biberon, utilizzare un modello con la tettarella anticolica. In ultimo, si provi a cambiare la dieta della mamma: può essere che il bambino sia intollerante a qualche componente del latte materno, o a qualcosa che la mamma introduce nella alimentazione quotidiana.

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