Una pianta adattogena è caratterizzata dalla capacità del suo estratto di aiutare l’organismo a fronteggiare lo stress, potenziando i meccanismi di adattamento che il corpo mette in atto. Attribuiamo quindi ad adattogeno il significato di “protettore” e in contemporanea di “allenatore” del nostro organismo nei confronti dello stress: il nostro corpo, infatti, è già di per sé capace di fronteggiare i problemi e le difficoltà quotidiane, ma sappiamo bene che avremmo tante volte bisogno di un aiuto.
Ma come funzionano queste piante ed erbe adattogene? Esiste un adattogeno più potente degli altri?
Come Agiscono le Piante Adattogene
L’organismo ha delle capacità di reazione allo stress innate: di fronte a un evento fisico o psicologico definito come “stressante”, che ci costringe ad uscire dalla nostra “comfort-zone”, il cervello inizia a mandare una serie di segnali che vengono poi “amplificati” e tradotti in ormoni, mediatori che hanno lo scopo di portare il messaggio in ogni organo o sistema interessato. Attraverso questa via di segnalazione il cervello “spiega” quindi agli organi cosa fare, e loro agiscono di conseguenza. Proprio in queste fasi lavorano le piante adattogene, dei veri e propri direttori d’orchestra: amplificano il segnale quando questo è troppo debole e, soprattutto, limitano l’eccessiva intensità, che porterebbe a una reazione esagerata con le conseguenze che tutti ben conosciamo e chiamiamo somatizzazioni dello stress: mal di testa, mal di pancia, irritabilità, calo della concentrazione, ansia, insonnia,…
Elenco delle Piante Adattogene
Elencare tutte le piante adattogene sarebbe impresa ardua, ecco solo alcune delle più comuni:
- Rhodiola rosea
- Panax Ginseng, più noto semplicemente come ginseng
- Eleuterococco o ginseng siberiano
- Astragalo
- Lapacho
- Schisandra
- Ashwagandha
- Maca o ginseng delle Ande
Qual è l’Adattogeno più Potente?
È difficile dire se esista un adattogeno “più potente”. Tuttavia, possiamo dire che, essendo le azioni degli adattogeni molteplici e sfaccettate, ne esiste uno “più bilanciato”. Proprio in virtù di questa caratteristica, è anche il più studiato: parliamo della Rhodiola rosea.
Abbiamo visto che i sintomi dello stress possono essere sia fisici sia mentali. Mentre alcune piante hanno proprietà più spiccate verso una o l’altra applicazione, la Rhodiola rosea ha dimostrato ottime proprietà sia sul piano fisico sia sul piano mentale. Una ottima letteratura ne testimonia infatti l’impiego sia contro ansia e stress psicologico, sia contro stanchezza e astenia.
L’impiego di questa pianta fonda le radici nell’antichità: in Siberia veniva utilizzata tradizionalmente per alleviare la sensazione di stanchezza, e veniva inoltre donata alle coppie giovani come simbolo di fertilità. Dimostrato è anche l’impiego da parte dei vichinghi, che ne sfruttavano principalmente le proprietà per fronteggiare lo stress fisico dei climi rigidi. Per giungere a tempi più recenti, la Rhodiola rosea è stata utile anche ai russi durante le missioni spaziali!
Dalla Storia all’Attualità
Gli estratti secchi sono il modo più comune e comodo per assumere in modo concentrato gli attivi titolati e standardizzati di queste piante. Bisogna considerare che la percentuale dei vari attivi varia notevolmente a seconda del periodo di raccolta della pianta, del luogo geografico di coltivazione e del metodo conservativo.
La titolazione è il “controllo” finale sull’effettiva quantità di attivi nell’estratto: affinché questa risulti sempre costante nonostante i fattori di variabilità, è necessario mettere in pratica la standardizzazione, ossia la serie di procedure che consentono di limitare i vari fattori. Questo è uno dei grandi vantaggi di assumere un estratto di Rhodiola rosea di qualità come WS® 1375, alleato di qualità farmaceutica contro lo stress.